Femminicidio. E' guerra. 58 donne uccise da partner o ex fidanzati nel 2016. 155 in un anno e mezzo, 450 in quattro anni!

di Matteo Lombardi 11/06/2016 CULTURA E SOCIETÀ
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Gloria, 49 anni, Kamajit, 63 anni Nelly, 77 anni, Valentina, 29 anni, Loredana, 41 anni, Slavica, 37 anni, anonima turista coreana gettata dal balcone di un hotel dal marito a Cardano al Campo, Mariana, 20 anni, Samantha, 3 anni, Giuseppina, 41 anni, Ashley, 35 anni, Annamaria, 55 anni, Annalisa, 67 anni, Emilia, 66 anni, Larisa Elena, 12 anni, Fiorella, 66 anni, Elena 72 anni, Alessandra, 46 anni, Federica, 30 anni, Michela, 29 anni, Maria Teresa, 40 anni, Sara, 22 anni, Anna, 69 anni, Deborah, 25 anni, Natalia, 38 anni, Michela, 31 anni, Assunta, 50 anni, Liliana, 51 anni, Moira, 43 anni, Franca, 81 anni, Monica, 47 anni, Sabina Iuliana, 29 anni, Rosa, 59 anni, Laura, 67 anni, Mirella, 64 anni, Mariana, 24 anni, Gisella, 58 anni, Maria, 51 anni, Rodica, 31 anni, Anna Maria, 55 anni, Mirela, 41 anni, Esterina, 73 anni, Marinella, 55 anni, Luana, 41 anni, Anna, 53 anni, Patrizia, 54 anni, Isabella, 55 anni, Nadia, 45 anni, Bonaria, 80 anni, Katia, 4 anni, Marina, 30 anni, Genna, 68 anni.

Abbiamo voluto cominciare questo articolo con l’elenco, purtroppo non completo, delle donne uccise dai “propri” uomini, o da ex, ex mariti, amanti, fidanzati. Sono 58, una donna uccisa ogni 3 giorni.

L’Italia è in guerra e nessuno se n’è accorto. E’ la guerra contro le nostre donne. La guerra di uomini violenti, immaturi, incapaci di crescere, di vivere, che si sentono padroni della vita altrui, frustrati, asociali e si potrebbe continuare ancora a lungo nell’elenco deli attributi da affibbiare a chi è incapace di accettare una separazione così come la realtà di un mondo femminile che non è più quello di un tempo, ossia segregato e destinato alle pareti domestiche.

Molti sociologhi imputano questo bollettino di guerra alla crisi economica, e certamente l’aspetto materiale, i soldi che non bastano, le famiglie che si sfasciano perché non si arriva alla fine del mese ha la sua parte, non secondaria. Ma la parte principale la fa un atteggiamento culturale, una concezione ancora molto forte nel nostro paese che vuole le donne come comprimarie dei propri uomini. Oggetti e non persone a disposizione del maschio. Creature deboli e per questo bisognose dell’ala protettiva maschile. Sembrano panorami di sessant’anni fa, ma per molti uomini italiani si è ancora a questo punto.

Telefono Rosa ha lanciato in questi giorni drammatici, nei quali si sono susseguite notizie tragiche di donne bruciate, accoltellate, strangolate e gettate nelle discariche, una campagna di sensibilizzazione via web, promuovendo l’hashtag #quanteancora.

Secondo l’associazione da gennaio 2015, almeno 8.856 donne sono state vittime di violenza e 1.261 di stalking. Ed è solo la punta dell'iceberg, visto che il 90% delle donne non denuncia. L’ssociazione chiede al Governo risposte: "Quante ancora ne devono morire perché il Governo si renda conto che le risorse economiche, i mezzi e le attività di contrasto alla violenza di genere sono del tutto insufficienti? Quante donne, ragazze, madri, figlie, sorelle, amiche dobbiamo vedere massacrate da ex, diventati mostri e assassini, prima che vengano prese decisioni e attuate politiche 'attive' idonee ad un problema sociale enorme come quello della violenza sulle donne?" denuncia Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa.

Ciò che deve preoccupare noi tutti e le istituzioni è la diffusa mancanza di consapevolezza e di percezione del problema sociale da parte di molti uomini italiani. Perché se è vero che non tutti gli uomini uccidono le proprie donne, è vero che moltissimi ritengono ancora oggi legittimo prevalere, con le buone o con la forza, sulla propria donna. Si tratta di una mentalità arcaica e fuori dalla storia, brutale dannosa per l’intera società italiana.

A tal proposito riproponiamo qui di seguito l’ultima ricerca statistica disponibile in fatto di violenze alle donne, pubblicata dall’Istat nel giugno di un anno fa. Dati da leggere attentamente.

 “La violenza contro le donne è fenomeno ampio e diffuso. 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri.

Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.

I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%).

Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014)

Le donne separate o divorziate hanno subìto violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%). Critica anche la situazione delle donne con problemi di salute o disabilità: ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi. Il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7% delle donne senza problemi).

Emergono importanti segnali di miglioramento rispetto all'indagine precedente: negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all'11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006. Ciò è frutto di una maggiore informazione, del lavoro sul campo, ma soprattutto di una migliore capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza.

È in calo sia la violenza fisica sia la sessuale, dai partner e ex partner (dal 5,1% al 4% la fisica, dal 2,8% al 2% la sessuale) come dai non partner (dal 9% al 7,7%). Il calo è particolarmente accentuato per le studentesse, che passano dal 17,1% all'11,9% nel caso di ex partner, dal 5,3% al 2,4% da partner attuale e dal 26,5% al 22% da non partner.

In forte calo anche la violenza psicologica dal partner attuale (dal 42,3% al 26,4%), soprattutto se non affiancata da violenza fisica e sessuale.

Alla maggiore capacità delle donne di uscire dalle relazioni violente o di prevenirle si affianca anche una maggiore consapevolezza. Più spesso considerano la violenza subìta un reato (dal 14,3% al 29,6% per la violenza da partner) e la denunciano di più alle forze dell'ordine (dal 6,7% all'11,8%). Più spesso ne parlano con qualcuno (dal 67,8% al 75,9%) e cercano aiuto presso i servizi specializzati, centri antiviolenza, sportelli (dal 2,4% al 4,9%). La stessa situazione si riscontra per le violenze da parte dei non partner.

Rispetto al 2006, le vittime sono più soddisfatte del lavoro delle forze dell'ordine. Per le violenze da partner o ex, le donne molto soddisfatte passano dal 9,9% al 28,5%.

Si segnalano però anche elementi negativi. Non si intacca lo zoccolo duro della violenza, gli stupri e i tentati stupri (1,2% sia per il 2006 sia per il 2014). Le violenze sono più gravi: aumentano quelle che hanno causato ferite (dal 26,3% al 40,2% da partner) e il numero di donne che hanno temuto per la propria vita (dal 18,8% del 2006 al 34,5% del 2014). Anche le violenze da parte dei non partner sono più gravi.

3 milioni 466 mila donne hanno subìto stalking nel corso della vita, il 16,1% delle donne. Di queste, 1 milione 524 mila l'ha subìto dall'ex partner, 2 milioni 229 mila da persone diverse dall'ex partner.”


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